IL FORMAGGIO PIÙ CONSUMATO AL MONDO
Intorno all’XI secolo, le massicce opere di bonifica e di irrigazione effettuate dai monaci Cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle, hanno fatto rapidamente sviluppare l’allevamento dei bovini in una vasta area della Pianura Padana, tra i fiumi Adda e Mincio.
L’abbondante disponibilità di latte ha favorito la nascita di un formaggio, il Grana, che deve il nome proprio alla sua pasta dura e granulosa; con la stagionatura acquista un gusto dolce e saporito, mantenendo pressoché inalterati i principi nutritivi.
L’origine della produzione è contesa tra Lodi e Codogno, ma si è presto diffusa dagli Appennini alle Alpi, comprendendo l’intera vallata del Po; fonti del XII secolo già documentano la nascita dei primi caseifici.
La lunga conservabilità ne ha favorito il fiorente commercio ben oltre i confini della zona di produzione, fino alle tavole delle corti rinascimentali. Durante gli anni di carestia però, riuscì anche a sfamare la gente delle campagne, diventando poi uno dei pilastri dell’economia agricola padana.
Il rispetto delle antiche metodologie produttive ha permesso di mantenerne inalterati nei secoli il sapore e l’aspetto e per garantire e proteggere la tipicità della produzione, nel 1954 viene costituito il Consorzio di Tutela , allo scopo di promuovere anche la ricerca tecnica per un continuo miglioramento della qualità.
Nell’ottobre del 1955 ottiene il riconoscimento della Denominazione di Origine (DO) , che individua la Pianura Padana come esclusiva zona di produzione.
Nel 1996 la tipicità del Grana Padano è stata riconosciuta anche dall’Unione Europea, con il conferimento della Denominazione di Origine Protetta (DOP).